Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera che i lavoratori dell’Archimede di Gela hanno inviato al Ministro dello Sviluppo Economico, al Ministro dei trasporti, alla Capitaneria di Porto, alla Direzione Marittima di Palermo, alla Prefettura di Caltanissetta ed al Comando Provinciale dei VVFF di Caltanissetta.

Noi, lavoratori della s.r.l. Archimede di Gela, ci permettiamo di attirare la vostra
attenzione su una problematica che ci vede protagonisti dal 2015, data in cui l’ancora
attuale comandante della capitaneria di porto di Gela C.F. Pietro Carosia ha iniziato
un’inspiegabile crociata nei confronti dell’Archimede esplicitata dalle seguenti
manovre:
1. In data 30/12/2015 emana un nuovo regolamento riguardante il servizio di
battellaggio, attraverso il quale decide di attribuire ai Barcaioli il generico servizio di
“sicurezza”.
2. Qualche giorno dopo comunicava ai responsabili della società Archimede
l’intenzione di eliminare il servizio di sfuggita svolto dall’Archimede considerandolo
inutile a fronte della diminuzione della produzione da parte della Raffineria di Gela.
La nostra situazione è assai delicata, siamo riusciti a resistere al calo della domanda
grazie a un contratto di solidarietà, le manovre del comandante sono destabilizzanti.
Fortunatamente, dopo giorni di protesta e un ricorso al TAR, il C.F. Carosia ritratta:
il servizio di sfuggita può essere ancora utile, tuttavia la concessione (in quel
momento in scadenza) sarà rinnovata previo acquisto di una nuova imbarcazione più
moderna. La società Archimede provvedeva.
Pensavamo che il peggio fosse passato.
3. Quasi contemporaneamente (aprile 2016) e in gran segreto, il C.F. Carosia
autorizzava altra società ad espletare il servizio di vigilanza antincendio nel porto di
Gela.
In un mercato in cui l’offerta è superiore alla domanda, permettere l’ingresso di una
seconda società, sottintende l’intento di spingere al suicidio quella già esistente, e con
quel suicidio economico, quello nostro, delle nostre famiglie, dei nostri figli.
Se da un punto di vista legale non abbiamo tutele alcune, le istituzioni devono
intervenire ad arrestare la tragedia annunciata, vi preghiamo di salvaguardare il
nostro diritto al lavoro, la nostra dignità.
Il comandante Carosia si è permesso di autorizzare una società palermitana
sprovvista dei requisiti necessari alla professione di guarda ai fuochi, non solo, ci ha
oltretutto negato l’accesso agli atti, non ne avevamo forse diritto? Le proteste non si
arrestano ancora oggi.
Veniva pertanto presentato ricorso ed il TAR condannava il Carosia per quanto
appena dichiarato e sospendeva l’attività della nuova società (giugno 2017).
4. La sentenza del TAR non è servita da monito, anzi, ha inasprito le intenzioni del
C.F. Carosia che ad inizio ottobre annuncia il ritiro della concessione, il servizio di
sfuggita è a suo dire un presidio, pertanto sarà assicurato a chi offre le tariffe più
basse. Contemporaneamente si è scoperta l’esistenza di altre due società che
sarebbero state autorizzate a svolgere il servizio dei Guardia ai Fuochi.
E’ chiaro e sotto gli occhi di tutti l’intento del comandante, la domanda è: che cosa lo
ha spinto a pianificare questo piano distruttore?
Possono le istituzioni permettere che l’intento del singolo distrugga un’impresa di 68
dipendenti? Riuscite a immaginarvi le ripercussioni?
Da anni siamo al servizio dell’Archimede, non riusciamo a immaginarci un futuro
diverso, di fatto non esiste un futuro diverso. Siamo demoralizzati e arrabbiati. Sulla
progettualità che ci ha sempre garantito l’Archimede abbiamo costruito la nostra vita,
c’è chi ha un mutuo sulle spalle, chi ha iscritto i figli all’università, non è
immaginabile che le sorti di un’impresa siano nella mani di un singolo individuo.
Consideriamo l’Archimede un’impresa sana, sempre dalla nostra parte, mai un
licenziamento, mai un ritardo nei pagamenti, una rarità nel nostro territorio, ad oggi
si batte al nostro fianco e gliene siamo grati ma non basta.
L’ingente investimento di denaro per la nuova imbarcazione, più le spese processuali,
sembra inutile dire che se a questa crociata non si metterà fine, l’Archimede sarà
messa in ginocchio con inevitabili ripercussioni sulla sopravvivenza stessa della
società e di tutti noi dipendenti, di Gela ma anche di Siracusa. Alcuni sono stati spinti
verso una delle nuove società, noi resistiamo ma abbiamo bisogno di un intervento
immediato da parte delle istituzioni. Non ci si può svegliare ogni giorno, indossare la
divisa e non sapere se domani potremo sfamare le nostre famiglie, non potete farci
questo, non toglieteci la dignità.
Riponiamo in voi la nostra completa fiducia, vi preghiamo di fare luce, di accogliere
questa istanza, siate all’ascolto. Ci teniamo a vostra disposizione per un eventuale e
gradito incontro.

Si attende riscontro

Di Redazione

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