Sono state 18 le tappe e 4 i continenti del tour mondiale del Nero d’Avola. Dagli Stati Uniti al Giappone fino al Kenya, un anno di promozione di uno dei prodotti più caratteristici del territorio del sud-est siciliano. Partito da Noto il tour ha fatto tappa a Dubai, Abu Dhabi, Osaka, Tokyo, Londra, Verona, Montreal, Toronto, Seattle, Portland, Denver, Monaco, San Francisco, Los Angeles, Boston, Washington e appunto Parigi e Nairobi.
“Il Nero d’Avola è il più diffuso e conosciuto vitigno a bacca rossa di Sicilia, ma non ha ancora conquistato il posto che merita in termini di conoscenza e apprezzamento tra le varietà del Sud: per questo abbiamo scelto di dedicare un progetto speciale al Nero d’Avola, a beneficio della diffusione e della valorizzazione di questa varietà, senz’altro da ricollocare correttamente nel panorama delle più importanti”, spiega Alessio Planeta, che ha condotto il tour attraverso un seminario che ha alternato il racconto storico alle informazioni tecniche, il passato e il presente del Nero d’Avola, e una degustazione dedicata ai vini a cui questa varietà dà vita, frutto di zone diverse e di annate diverse.
“Stesso vitigno, stesse mani dell’uomo, ma terroirs diversi: è questa l’essenza di Exploring Nero d’Avola”, spiega Alessio Planeta: “Il privilegio di produrlo in ben quattro differenti territori, ci ha dato la possibilità di studiarne le caratteristiche terroir per terroir e di apprezzare la sua capacità di interpretare i diversi areali viticoli siciliani. A Menfi, ad esempio, il luogo d’origine della nostra famiglia e dell’azienda, sui suoli argilloso calcarei il Nero d’Avola dà vita a vini con note di prugna e cacao. Completamente diverso è il risultato che nasce dalle sabbie rosse di Vittoria, dove il Nero d’Avola entra da disciplinare nel blend del Cerasuolo di Vittoria Docg, esprimendo caratteristiche ben più giocose e fruttate, con le note fresche di fragola e ciliegia. Il territorio di Capo Milazzo, invece, è una sorta di ‘isola nell’isola’: i suoli alluvionali e la vicinanza del mare danno vita a vini più freschi e vellutati, dove sono più spiccate le note di alga marina, tamarindo, agrumi. Infine c’è Noto, la vera e propria culla del Nero d’Avola, dove i suoli interamente calcarei danno vita a vini dalla struttura nobile, balsamica, con note di ribes nero, carruba, incenso, proprio come il Santa Cecilia, il vino che abbiamo voluto fosse il più rappresentativo dei nostri rossi, al punto da portare il nome e lo stemma di famiglia. Questa è la nostra interpretazione del Nero d’Avola, che orgogliosamente quest’anno abbiamo portato in giro per il mondo, sperando che questo possa aver contribuito a far conoscere e riconoscere al mercato e agli amanti del vino l’anima di questo vitigno”.