Il 26 Aprile 1986 il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl esplose nel corso di un test.
Una serie di esplosioni provocarono la distruzione del reattore, lasciandosi dietro una nube di fuoco e fumo che ha bruciato per dieci giorni prima di essere domata da Vigili del fuoco e militari.
Nonostante la gravità della situazione l’evacuazione iniziò solamente il 27 Aprile, causando gravi ripercussioni sulla salute degli abitanti. In quei giorni morirono più di 50 lavoratori ma le stime sui morti sono ancora molto difficili da stabilire con certezza;
vanno, infatti, da un minimo di 4000 ad un massimo di oltre 200.000 .
Dal reattore fuoriuscirono circa cinque tonnellate di materiale radioattivo, che ben presto invase l’intera Europa.
Con l’ espandersi della nube tossica salì l’allarme per le possibili contaminazioni sui prodotti alimentari.
Per questo e per innumerevoli altri motivi enormi quantità di cemento sono state versate per creare un vero e proprio sarcofago e seppellire il reattore.
Oggi è pieno di buchi dai quali le polveri radioattive si sprigionano.
Per sopperire a questo disagio nel 2013 è stato creato il NSC (New Safe Confinement) che è una cassa di oltre 20.000 tonnellate, in acciaio, che dovrebbe contenere l’intera struttura.
Sulle cause dell’incidente sono state pubblicate due tesi.
La prima attribuiva la responsabilità interamente agli operatori dell’impianto.
La seconda evidenziava anche il ruolo delle gravi debolezze di progettazione del reattore.
La nube si sparse presto su tutta l’Europa e migliaia di persone sono morte o nate con gravi malformazioni.
Un problema considerevole e purtroppo ancora attuale, ci vorranno infatti millenni per smaltire gli isotopi radioattivi.
Ogni 26 Aprile ricordiamo con dolore il tragico incidente alla centrale di Chernobyl affinché la solidarietà umana riesca a guarire tutti i dolori.