Sulla bellezza monumentale, paesaggistica e archeologica della Sicilia non si sono dubbi; sulla forza di fare rete e collaborare per una promozione efficace ed efficiente del territorio neppure. Ecco perché non sorprende il numero altissimo dei visitatori, oltre 18 mila, dell’iniziativa Le vie dei Tesori, che ha trasformato la Sicilia in un museo diffuso.

Da oggi, inoltre, riaprono i luoghi e il viaggio riprende. Le tappe saranno: Messina, Caltanissetta, Trapani e Marsala, Sambuca, Sciacca, Naro, Acireale, Siracusa e Noto.

di seguito la descrizione dei luoghi che verranno visitati:

Trapani è di sicuro la città (finora) più gettonata, anche se è tallonata strettamente da Caltanissetta. La torre della Colombaia (su prenotazione) resta il luogo più amato, anche per il piccolo tragitto in barca che si fa per raggiungerla, ma la città apre in tutto 25 luoghi (logistica dell’associazione Agorà), tra cui la poco conosciuta Biblioteca Fardelliana, un patrimonio da 170 mila volumi, tra incunaboli, manoscritti medievali e stampe del Piranesi; fuori dai circuiti turistici, ecco la chiesa di san Francesco, con le sue tre cupole, una più grande e due più piccine; Palazzo D’Alì dove fu girata la “Piovra” e la Tonnara  San Giuliano. La passeggiata domenica condurrà alla scoperta in bus delle saline di Nubia e non dimenticate gli appuntamenti per bambini.

Marsala: 21 siti per un exploit da manuale (logistica dell’associazione Nonovento) che conduce dritto dritto alla scoperta (anche per i marsalesi) dell’Ipogeo di Crispia Salvia, in cui ci si trova immersi tra i melograni dipinti; delle Latomie dei Niccolini (le sepolture dei primi cristiani); e dell’affresco della Madonna Orante a Santa Maria dell’Itria. La passeggiata (domenica) permetterà di immergersi tra baluardi e monasteri del XV secolo. Per Marsala e Trapani valgono gli stessi coupon.

Anche per Sciacca, Naro e Sambuca, valgono gli stessi coupon, un’occasione unica per scoprire le tre cittadine. Sciacca, più turistica ma con luoghi inediti, Naro e Sambuca, piccoli gioielli da scoprire.  ASciacca, per esempio, c’è un antichissimo Archivio di Stato che racconta la storia della comunità ebraica  e conduce quasi per mano alla passeggiata di domenica che invece farà riemergere la Giudecca. Le Grotte del Caricatore collegate da cunicoli o il Convento delle Giummarre che ricordano sì un castello medievale, ma con “intrusioni” barocche. E medievale è anche la San Nicolò La Latina, al chiesa più antica di Sciacca. Naro è di certo il borgo più inatteso, e qui si è messa in gioco l’intera comunità. I siti aprono sabato e domenica: si parte dall’interno cinquecentesco della Madonna del Carmelo e si arriva all’ex Collegio dei Gesuiti con il fonte battesimale tardo gotico; e non dimenticate di visitare Sant’Agostino: vi troverete dinanzi la copia della facciata di San Giovanni in Laterano, mentre al Museo Civico voluto da Bruno Caruso (cittadino onorario di Naro) ci sono nove incisioni originali di Goya e Rembrandt. Sambuca non si lascia superare di certo: eccola schierare 13 siti (sempre sabato e domenica), da particolarissima Casa Amodeo con tanto di rifugio antiaereo alla Chiesa del Carmine con una commovente Madonna dell’Udienza di Antonello Gagini, nascosta per tanti anni nell’intercapedine di un forno. Soltanto per il festival si salirà la scala elicoidale della chiesa del Purgatorio, mentre a Palazzo Panitteri c’è un bella collezione archeologica.

Caltanissetta è agguerrita, e lo è tanto, con l’aiuto sul campo di Creative Spaces: qui si sono viste le prime code di cittadini (soprattutto) per visitare Villa Testasecca che riapre le porte soltanto per questo weekend. E che si potrà anche visitare in maniera inedita partecipando alla degustazione Planeta prevista per sabato dalle 19 (www.leviedeitesori.it). Tra gli altri siti da segnalare, Villa Grazia (che l’anno scorso fece un boom di visitatori) l’ex Palazzo delle Poste con gli affreschi fascisti di Morici, la cappella di San Giuseppe dentro il Museo Diocesano, e Palazzo Benintende che vanta una bella storia comunitaria visto che è stato recuperato grazie all’impegno di tutti i suoi condomini.  Ritorna anche la visita allo stabilimento Averna dove da un elisir “cappuccino” nacque l’amaro della Real Casa, donato ai visitatori in formato mignon.

 Ancora due weekend per scoprire le quattro città della Sicilia orientale: partendo da Messina, toccando Acireale, arrivando a Siracusa e chiudendo a Noto, o al contrario, se volete chiudere il tour con la vista sullo Stretto. Partiamo da qui infatti, da Messina dove i numeri sono molto alti. I siti più visitati sono sempre Forte San Salvatore, seguito dal Sacrario Cristo Re e Torre Ottagona, ma noi vi proponiamo un tour alla scoperta delle residenze private: non dovete assolutamente perdere la delicatissima Villa Maria (o tenuta Roberto) che domina i laghetti di Ganzirri: sarà disponibile solo questo weekend (sabato e domenica) e solo su prenotazione (www.leviedeitesori.it). Tra gli altri siti, non dimenticate l’eclettica Villa Stefania (ultima possibilità di visita, questo finesettimana, sabato e domenica) e l’esclusivo Circolo della Borsa di villa Rodriguez con i decori anni ’20 (ultimo weekend, poi solo domenica 29). Ultime visite anche alla Chiesa di Santa Maria Alemanna dove i graffiti dei detenuti raccontano la durezza del carcere; e la raccolta di ceramiche di Cesare Zipelli conservate all’Università. E se volete fare una passeggiata fuori porta, non perdete quell’immersione nei suoni antichi che è il museo etnografico dei Peloritani a Gesso. La passeggiata del festival condurrà domenica sulle tracce devote alla Madonna lungo chiese e cappelle.

 Acireale: la cittadina delle 40 chiese e delle 100 campane è al suo debutto nel festival, e già nello scorso weekend si è data da fare, con l’aiuto logistico dell’associazione Sajamastra. Tra gli 11 luoghi luoghi aperti – e oltre al palazzo vescovile, visitabile sabato e domenica – ecco  Santa Venera, chiusa da trent’anni, o ‘a chiesa di fimmini (Santa Maria delle Grazie) che è una piccola Cappella Sistina con affreschi straordinari; la chiesa del Collegio domenicano dell’Arcangelo Raffaele detto allora “Ritiro delle donzelle oneste”: bellissima e pressoché sconosciuta. E la delicata San Biagio che apre eccezionalmente lo spettacolare chiostro ricco di affreschi pagati dalle famiglie acesi del tempo. Le passeggiate portano alla scoperta delle “chiazzette” della Timpa e della cittadina secentesca.

Eccoci a Siracusa, dove Castello Maniace con le sue 1100 presenze è stato il sito più visitato del primo weekend di festival. Sabato e domenica si rinnoverà la visita in notturna (dalle 18 alle 20) alla chiesa di Santa Lucia alla Badia che custodisce la tela di Caravaggio, “Il seppellimento di Santa Lucia”. Ma tra i siti da scoprire, di certo c’è Villa Reimann (solo di mattina dalle 10 alle 13) con il suo parco immenso, le piante esotiche e la necropoli; la bizantina San Pietro Apostolo dove scoprirete tracce di antichi affreschi (solo domenica); e santa Maria della Concezione che ha riaperto dopo il restauro, con il suo bel portale quattrocentesco. Visite a Palazzo Greco, sede dell’INDA, e la cripta di San Marciano. Chi vuole cercare un attimo di benessere dentro di sé, non deve perdere la lezione di yoga  nel parco di Villa Landolina (sabato dalle 16 alle 18 e domenica dalle 9 alle 11), anticipazione delSiracusa yoga Festival, mentre le due passeggiate condurranno alla scoperta delle dimore private e della penisola Maddalena.

Noto è anch’essa al debutto, ma già nel primo weekend ha portato a casa numeri altissimi, con veramente tanti visitatori stranieri che sciamano tra palazzi nobiliari e conventi di clausura. Se volete lasciare il centro storico – ma prima visitate l’antica Matrice, Santa Maria dell’Arco con la sua facciata a colonne tortili o il convento di santa Chiaraper trovare una Madonna gaginiana – raggiungete nella parte alta la chiesa del santissimo Crocifisso che nasconde una meravigliosa Madonna della Neve, anch’essa attribuita al Gagini, e la cappella rosa e celeste dei Landolina; o Sant’Agata con la vicina l’ex caserma Cassonello che ospita il particolare museo “I mecenati del Barocco” che racconta il periodo della ricostruzione dopo il terremoto del 1693, ad opera delle famiglie più importanti della città: è la nascita della Noto che scopriamo oggi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *