Anna Maria Mazzini, conosciuta al mondo con il suo pseudonimo “Mina” ha da poco festeggiato, nel silenzio e nell’ ombra della sua intoccabile privacy che ormai vige dal lontano 1978, ben 80 primavere.
Con oltre 150 milioni di dischi venduti è, a pari merito con Adriano Celentano, l’artista del panorama italiano dal maggior successo commerciale e, in assoluto, l’artista femminile italiana con maggiori vendite.
Una carriera iniziata alla fine degli anni cinquanta e decollata nei primi ani sessanta in cui, già durante numerosi spettacoli televisivi in Rai, metteva in luce le qualità della sua voce e la poliedricità della sua arte. Donna ed artista dalla forte personalità è considerata una, se non la migliore, delle cantanti italiane più amate di tutti i tempi; la sua voce dal timbro caldo e riconoscibilissimo, riesce a seguire ampiezze ed estensioni inimmaginabili con agilità e classe, e in ogni sua canzone non si fa a meno di riscontrare un trinomio molto insolito che in matematica si chiamerebbe “notevole”: potenza vocale, duttilità e tecnica impeccabile. Il suo eclettismo è sciorinato dalla semplicità di interpretare molteplici generi musicali, spesso anche lontani tra loro, dal cantare in più lingue e dialetti e dalla naturale capacità di ricoprire anche ruoli da conduttrice e potenziale attrice di talento.
Nonostante i vari musicarelli interpretati a inizio carriera, Mina non ha mai voluto abbracciare seriamente la carriera cinematografica sebbene non le siano mancate proposte di indubbio valore: le più note sono certamente quelle di Fellini per i film Satyricon, il viaggio di Mastorna che non fu mai realizzato proprio per il rifiuto della stessa cantante ed, infine, quella di Francis Ford Coppola per Il padrino, nel ruolo della protagonista femminile, che venne poi affidato a Diane Keaton.
Due soltanto le presenze al Festival di Sanremo, con il quale la cantante ha prima un rapporto conflittuale e poi di netto rifiuto; dopo aver portato nel 1960 il brano “Non sei felice” e l’anno seguente “Le mille bolle blu”, classificatasi rispettivamente quarta e quinta, nel parlare della kermesse sanremese la assimilò al mercato delle vacche di Cremona, sottolineando l’immoralità e la crudeltà della stampa che, così come la gente che passeggia intorno ai recinti, guarda i capi, fa le proprie considerazioni a voce alta e poi acquista la vacca dandole una pacca in groppa, dopo tre minuti di esibizione ti giudica facendoti giocare la pelle, e la carriera stessa.
Più che coerente con quanto dichiarato alla stampa, e straordinariamente controcorrente, non mise mai più piede su quel palco.
Negli Anni 60 diventa la regina della televisione italiana e con il suo grande talento, le sue canzoni, i suoi look e la sua dirompente fisicità illumina numerosi Caroselli e spettacoli storici. Nel 1962 finisce sui giornali scandalistici per la sua relazione con l’attore Corrado Pani, separato dalla moglie, quando ancora non c’era il divorzio, rimane incinta del primo figlio Massimiliano e viene “censurata” ed allontanata dalla Rai, per poi tornare sulle scene, a furor di popolo, nel 1964.
Nel 1967 porta al successo una personalissima versione de “La canzone di Marinella”, scritta da Fabrizio De Andrè, e, a detta stessa del Faber, in mancanza dell’interpretazione di Mina, molto probabilmente la sua carriera di autore e cantautore non sarebbe mai decollata; per sottolineare che probabilmente affiancare la figura di Mina a quella di Re Mida non sarebbe poi un paradosso così scomodo ed eccessivo.
Nel 1968, per i suoi dieci anni di carriera, è al fianco di Walter Chiari alla conduzione di “Canzonissima”, dove canta “Vorrei che fosse amore”, una delle sue canzoni più amate dal pubblico.
Negli anni ’70 si consumano innumerevoli e storici duetti con colleghi come Lucio Battisti, Giorgio Gaber e Raffaella Carrà.
Dal 1978 ritirandosi a vita privata a soli 38 anni, sceglie di non far apparire più in pubblico la sua immagine; il suo percorso professionale prosegue, da quel momento, quasi esclusivamente attraverso il manifestarsi della sua voce. L’artista continua infatti a incidere dischi con cadenza annuale, a condurre programmi radiofonici e collaborare con riviste in qualità di opinionista.
Solo nel 2001 si è fatta eccezionalmente riprendere nel suo studio di registrazione di Lugano, permettendo al pubblico di assistere alla nascita di un suo disco ed il filmato relativo, diffuso in streaming, ha registrato un record di contatti, con oltre 50 milioni di connessioni.
Nello stesso anno è stata insignita dell’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi, proprio a testimonianza dell’ importanza che Mina ha per l’Italia e per la fama che, con le sue interpretazioni, ha diffuso in tutto il mondo.
Nel corso della sua lunghissima carriera ha inciso più di 1500 brani e venduto oltre 150 milioni di dischi fino al 2010 . Dagli esordi nel 1958, sono soltanto due gli anni in cui la tigre di Cremona non ha “alzato la voce”, il 2004 e il 2008 in cui non ha pubblicato nessun nuovo brano.
Se da bambina si scatenava sulle note di Elvis, che ha fatto nascere il suo amore per la musica, in carriera è impossibile dimenticare le miriadi di collaborazioni canore con i colleghi. Il suo album finora più venduto è Mina Celentano, con 2.000.000 di copie, mentre l’ultima creatura musicale è l’album inciso con l’amico Ivano Fossati uscito nel 2019; il cantautore genovese, fermo da otto anni e lontano dalla produzione di dischi e dai palchi non ha saputo dire di no all’ invito ricevuto affermando che nessun musicista sano di mente direbbe no a Mina.
Dunque “Ancora, ancora, ancora” auguri alla “Grande, Grande,Grande” Tigre di Cremona.