Tre paesi europei, Spagna, Francia e Portogallo ed una moltitudine eterogenea di itinerari che si intrecciano. Oggi quello di Santiago è il più famoso cammino al mondo, ma già nel Medioevo i pellegrini intraprendevano questi percorsi per raggiungere la cittadina, situata nella provincia della Coruna nell’estremo Nord ovest della Spagna. Qui giungevano da tutti i territori europei per visitare la tomba di Giacomo, uno dei dodici apostoli di Gesù, secondo le antiche scritture e per ottenere la “Compostela”, il perdono dei peccati.
Il Cammino di Santiago, che inizialmente non comprendeva la Francia, venne riconosciuto ufficialmente soltanto nel 1492 da Papa Alessandro VI; il cammino francese di Santiago è stato in seguito dichiarato Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, nel 1993.
Ogni anno scelgono di parteciparvi circa trecentomila persone da tutto il mondo e decidono di farlo con lunghissime e chilometriche scarpinate, in bici, o anche in parte a cavallo, seguendo itinerari differenti, toccando tappe diverse e mossi da svariate ragioni.
Non si è spinti verso Santiago de Compostela solo per venerare le reliquie dell’apostolo all’ interno della Cattedrale, o per ricevere la grazia, ma anche e soprattutto per entrare in contatto con la propria spiritualità, che sia permeata dalla fede o che sia atea, senza alcuna differenza.
E’ possibile partire da qualsiasi punto, seguire un percorso a propria discrezione e fermarsi dove si vuole; l’aspetto fondamentale è percorrere almeno cento chilometri del cammino a piedi o duecento in bicicletta, necessari per ottenere la Compostela, certificato rilasciato a tutti i pellegrini, religiosi o atei, al termine del percorso. Questo documento cartaceo riempito durante le tappe del proprio Cammino viene timbrato in tutti i luoghi in cui il pellegrino mangia o dorme ed è denominato “credencial”; si configura come un passaporto per accedere agli ostelli, che in Spagna sono denominati “albergue” ed attesta il sacrificio fisico compiuto durante il Cammino.
Inoltre per i credenti funge da dimostrazione del percorso di espiazione dei propri peccati, al termine del quale è possibile ricevere l’ambita Compostela.
Uno dei percorsi più frequentati ed agevoli è proprio il cammino francese di Santiago, la cui versione integrale prevede venticinque tappe e parte dalla cittadina di Saint-Jean Pied de Port; la lunghezza dell’itinerario completo è di ottocento chilometri e necessita di un mese a disposizione, però sono coinvolte numerose località raggiungibili anche in treno o aereo e facilmente attraversabili in bici. E’ un cammino ben pianificato, segnalato e senza eccessivi dislivelli; se si è dotati di buona volontà ed una discreta preparazione fisica, ogni venticinque chilometri circa è possibile trovare lungo il percorso ostelli, alberghi e altre sistemazioni, per passare la notte e rifocillarsi.
Come detto è comunque possibile optare per modalità ridotte, che permettono di ottenere la Compostela, percorrendo i famosi minimi cento chilometri, partendo da Sarria, Leòn o Villafranca del Bierzo.
Una prima alternativa all’itinerario francese è il Cammino nord di Santiago, che parte dalla cittadina di Irùn nella Spagna orientale con arrivo sempre a Santiago de Compostela. Si tratta del percorso più antico del famoso pellegrinaggio, leggermente più lungo rispetto alla variante francese, ma sicuramente più suggestivo. Durante la lunga camminata si attraversano infatti luoghi unici, nelle regioni della Galizia e dell’Asturias, ammirando gli splendidi paesaggi della zona e la bellissima costa del nord della Spagna.
Tra le tappe del cammino nord di Santiago ci sono Bilbao, Santander, Gijon, Luarca e Ribadero, inoltre è possibile visitare luoghi di culto come il Monastero di Santo Toribio e la bellissima Cattedrale di San Salvador a Oviedo. Questo itinerario è in assoluto il più difficile e faticoso, a causa del percorso tortuoso, caratterizzato da continui dislivelli, un clima spesso ventoso e temperature rigide. Anche per quanto concerne le strutture potrebbe risultare difficile trovare un posto dove dormire, ma pare che questo rischio sia assolutamente controbilanciato dalle peculiarità luoghi da cui rimanere estasiati.
Seconda alternativa è il Cammino portoghese di Santiago che si completa percorrendo circa settecentocinquanta chilometri da Ponte de Lima nel sud del Portogallo fino alla Cattedrale di Santiago; per risparmiare centocinquanta chilometri si può anche scegliere di partire da Lisbona, probabilmente facilitando il raggiungimento dalla propria città dal punto di vista logistico. Tra le tappe del percorso si ritrovano località come Tomar, Fatima, e le coinvolgenti Coimbra e Porto. Rispetto al Cammino francese e a quello del nord della Spagna, la versione portoghese è ancor più impegnativa, anche perché manca di segnalazioni accurate, di strutture ricettive in grado di accogliere i viaggiatori e di servizi adeguati per ricevere ristoro e supporto in caso di emergenza. Allo stesso tempo l’itinerario è veramente emozionante, perfetto per chi è disposto a passare qualche difficoltà pur di entrare in contatto con la natura quasi incontaminata della zona.
Oltre ai tre percorsi principali appena citati, esistono varianti e alternative meno conosciute, alcune delle quali molto antiche e praticate da vari secoli, oggi in parte abbandonate per la loro complessità. Tra queste c’è il cammino della Ruta de la Plata, che parte dalla città di Siviglia nella Spagna del Sud, percorrendo circa mille chilometri fino a Santiago. Ugualmente è possibile intraprendere il cammino primitivo, lungo poco meno di trecentocinquanta chilometri con partenza da Oviedo e tappe nelle Asturias e nella Galizia, molto suggestivo da percorrere in bici, oppure il cammino inglese, di circa centoventidue chilometri suddivisi in sei tappe da Ferrol a Santiago. Qualsivoglia alternativa porta al raggiungimento di una serie di acquisizioni personali:
da un punto di vista meramente introspettivo, se si vuole, può definirsi un affascinante esperimento per “uscire dal guscio” della propria conchiglia, simbolo per l’appunto del Cammino di Santiago; da un punto di vista turistico va da sé che possa essere un percorso naturalistico con pochi eguali e, da un punto di vista sociologico, è indubbiamente il modo più antico e naturale di conoscere realtà umane differenti, senza l’utilizzo di sovrastrutture o tecnologie e discostandosi, almeno per un po, dai cuscini extra comfort su cui si è avvezzi poggiare la guancia.