L’app DeepSeek, un chatbot di intelligenza artificiale sviluppato dalla società cinese DeepSeek AI, è stata recentemente rimossa dagli app store italiani, sia da Google Play Store che da Apple App Store. La decisione è stata presa in seguito a segnalazioni di presunte violazioni della privacy degli utenti.

DeepSeek, lanciato di recente sul mercato italiano, aveva rapidamente guadagnato popolarità grazie alla sua capacità di interagire con gli utenti in modo naturale e di fornire risposte dettagliate a una vasta gamma di domande. Tuttavia, l’app è finita sotto la lente d’ingrandimento delle autorità italiane per la protezione dei dati personali, che hanno avviato un’indagine per verificare la conformità di DeepSeek alle normative europee sulla privacy.

Le accuse principali riguardano la raccolta e l’utilizzo dei dati degli utenti da parte di DeepSeek. In particolare, si sospetta che l’app possa aver raccolto informazioni sensibili, come dati personali, cronologia di navigazione e preferenze degli utenti, senza il loro consenso esplicito.

La rimozione di DeepSeek dagli app store italiani è un segnale chiaro che le autorità italiane sono serie nel far rispettare le normative sulla privacy e nel proteggere i dati personali dei cittadini. Questo caso potrebbe anche avere un impatto significativo sul futuro di DeepSeek in Italia e in Europa, mettendo a rischio la sua espansione nel mercato occidentale.

Al momento, DeepSeek non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla sua rimozione dagli app store italiani. Tuttavia, l’azienda ha assicurato di essere al lavoro per risolvere le questioni sollevate dalle autorità italiane e di essere impegnata a garantire la privacy e la sicurezza dei dati dei suoi utenti.

La scomparsa di DeepSeek dagli app store italiani solleva importanti interrogativi sulla protezione dei dati personali nell’era dell’intelligenza artificiale. Mentre le aziende sviluppano nuove tecnologie per migliorare l’esperienza degli utenti, è fondamentale che rispettino le normative sulla privacy e garantiscano la trasparenza nell’utilizzo dei dati personali.

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