Un’autentica confessione, un diario di vita, un viaggio verso gli abissi insondabili dell’ animo umano: è il gusto dell’ingiusto, album d’esordio della cantautrice siciliana.

Un esperimento che parte dalla Sicilia per intraprendere un percorso di conoscenza e ricerca di se stessi e dell’altro;

passa per Pavia, dove la cantautrice avolese ha studiato e lavora, e fa della contaminazione la sua più grande forza servendosi nobilmente di prestigiose collaborazioni tra le quali si ricordano quelle con Davide di Rosolini, Claudio Lolli, Mirco Menna, Eugenio Piccilli e Riccardo Maccabruni.

Uno spazio libero in cui canzone d’autore, musica popolare, blues e swing si fondono dando vita ad uno stile personale ed esclusivo.

Si tratta di un disco che trasporta l’ascoltatore in un percorso emozionale all’interno del quale emerge in primo piano l’individuo, con i suoi conflitti interiori e, in generale, le sue emozioni e sentimenti, passioni e sensazioni.

Beatrice è riuscita a creare una vera e propria trasposizione musicale del celebre stream of consciousness joyciano: semplice e libera nella rappresentazione dei suoi pensieri, così come compaiono nella sua mente, prima di essere organizzati logicamente in frasi.

Dodici brani intrisi di tormento e desiderio, eccitazione e dolore.

La sezione di base è composta da Beatrice Campisi (voce, pianoforte, ukulele, clavicembalo), Riccardo Maccabruni, Rino Garzia e Stefano Bertolotti.

La giovane cantautrice, pur restando autrice e compositrice dei suoi brani, si è avvalsa dell’aiuto del grande cantautore e compositore americano Jono Manson.

Un’artista in continua crescita professionale ed emotiva, che non lascia spazio a dubbi sulle intenzioni creative.

C’è solo da immedesimarsi senza ritegno!

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