Sono di più le barriere architettoniche o quelle mentali?

Per barriere architettoniche si intende qualunque elemento costruttivo che impedisce o limita gli spostamenti o la fruizione dei servizi. Il termine “barriera” infatti, ci dà l’idea di un ostacolo, un muro. Ma questi ostacoli il più delle volte oltre ad essere solo degli impedimenti materiali, denotano una vera e propria indifferenza verso l’ altro e se le varie barriere architettoniche materiali, scale, muri o altro si possono anche abbattere, quelli mentali sono ben più difficili da eliminare.

Le barriere architettoniche sono quindi, in primis, delle barriere mentali, esistono per una mancanza di conoscenza, di sensibilità e di interesse a problematiche che purtroppo sono all’ordine del giorno.
Necessari sono una attività di informazione, di  sensibilizzazione, perché non ci siano più gli “invisibili”.  Partendo dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, si auspica quel   cambiamento che dovrà portare alla reale inclusione nella società delle persone con disabilità, rispettandone le diversità.

La scelta di promuovere l’inclusione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita sociale – che sta alla base delle norme contenute nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, recentemente diventata legge dello Stato italiano [Legge 18/09, N.d.R.] – è un notevole passo avanti rispetto ai concetti tanto usati per le persone disabili di “inserimento” e di “integrazione”.

L’inserimento riconosce il diritto delle persone con disabilità ad avere un posto nella società, ma si limita ad inserirle – appunto – in luoghi spesso separati dalla società (un istituto o una classe speciale, ad esempio) oppure in una situazione passiva, senza ruolo sociale (dare un lavoro senza mansioni e responsabilità).
Per quanto poi riguarda l’integrazione, essa garantisce il rispetto dei diritti all’interno dei luoghi ordinari, senza però modificare le regole e i princìpi di funzionamento della società e delle istituzioni che li accolgono. Secondo questa impostazione i disabili  sono considerate persone  “malate”, “invalide”, “limitate” e la disabilità viene considerata una condizione soggettiva causata dalle minorazioni;  L’integrazione, quindi, non è un riconoscimento pieno di dignità e di legittimità.

L’inclusione, invece, è il concetto che prevale nei documenti internazionali più recenti e in base ad esso la persona con disabilità viene considerata cittadino a pieno titolo e quindi titolare di diritti come tutti gli altri. Viene per altro riconosciuto che la società si è organizzata in maniera tale da creare ostacoli, barriere e discriminazioni, che vanno rimosse e trasformate. La persone con disabilità, dunque, entra nella comunità con pieni poteri, ha il diritto di partecipare alle scelte su come la società si organizza, sulle sue regole e sui princìpi di funzionamento, i quali devono essere riscritti sulla base di tutti i membri della società. Insomma, le persone con disabilità non sono più “”ospiti nella società””, ma parte integrante della stessa. È evidente che l’inclusione previene la disabilità soprattutto mettendo a disposizione soluzioni che rimuovano barriere e ostacoli, che favoriscano l’eguaglianza di opportunità e promuovano la non discriminazione.

E’ a questo quadro culturale di cambiamento che si ispira il Festival che si terrà ad Avola nei prossimi giorni,“Equilibri – Tutti siamo diversi”.

E’ il festival che stimola il dibattito su un progetto di società  capace di rispettare le esigenze di tutti e di abbattere le barriere architettoniche, mentali e culturali che generano ed escludono gli “invisibili”. “Equilibri” nasce nel 2014 e nel corso degli anni è diventata una manifestazione con la partecipazione di tanti artisti che hanno voluto sposare la causa.

Dobbiamo eliminare la commiserazione e imparare la diversità come valore.

“Equilibri – Tutti siamo diversi” è il festival che è contro le barriere architettoniche, ma ancor di più contro le barriere mentali e culturali che emarginano ed escludono chiunque sia diverso. Concerti, iniziative per gli studenti, spettacoli teatrali, workshop di scrittura creativa e tante altre attività fanno di “Equilibri – Tutti siamo diversi” un festival unico nel suo genere. Unico anche per la disponibilità degli ospiti che prestano la loro arte al servizio di una nobile causa: tutti i ricavati degli eventi a pagamento saranno rendicontati e utilizzati per abbattere barriere architettoniche nella città di Avola. Anche quest’anno tanti sono stati gli artisti che hanno preso parte alla manifestazione.

Venerdì 14 Dicembre ci saranno Simona Norato, Qbeta, Mario Incudine, Roy Paci e Nonò Salamone.

Sabato 15 Dicembre si esibiranno Samuela Schilirò, DiMartino, Colapesce e Mauro Ermanno Giovanardi.

Lunedì 17 Dicembre spettacolo di cabaret con Giancarlo Barbara, direttamente da Zelig, e Nando Timoteo.

E’ auspicabile che questo tipo di eventi siano sempre più numerosi , perchè il cambiamento viene dalla conoscenza e la conoscenza  impara ad eliminare la commiserazione e ad accettare la diversità come valore.

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