La malattia è causata da un protozoo, Leishmania infantum, che si trasmette al cane attraverso la puntura di un insetto; il flebotomo noto anche come mosca della sabbia per il fatto che inizialmente la maggior parte dei casi è stata riscontrata sulle coste e nelle zone umide, di fatto assomiglia ad una piccola zanzara, sia per l’aspetto affusolato che per il fatto che punge succhiando sangue.
Si tratta di un microrganismo piuttosto particolare perché, per svilupparsi e moltiplicarsi, ha bisogno di avere a disposizione due organismi ospiti. Nel suo complesso ciclo di vita, il flebotomo rappresenta l’ospite intermedio dove il protozoo passa parte del suo ciclo di vita all’interno dell’apparato digerente del pappatacio, fino a diventare una forma infettante. Una volta compiuta la trasformazione, questo microrganismo è pronto per trasferirsi all’interno dell’organismo del cane o di altri mammiferi, che diventeranno, quindi, ospiti definitivi. Nell’ospite definitivo le leishmanie si moltiplicheranno diventando responsabili della malattia leishmaniosi ed il cane leishmaniotico rappresenta il principale serbatoio della malattia. Le femmine di flebotomi sani, infatti, durante il pasto di sangue, potranno assumere i microrganismi che riprenderanno così un nuovo ciclo, ed i flebotomi diventeranno vettori infettanti per altri animali o per l’uomo.
La Leishmaniosi è una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente cani, roditori ed animali selvatici come la volpe, nonché, anche se raramente, l’uomo; è definita per tale ragione una zoonosi. Non sempre l’infezione porta alla malattia, tant’è che molti soggetti infetti rimangono per tutta la vita asintomatici, senza sviluppare manifestazioni cliniche; ciò dipende sostanzialmente dall’individuale risposta immunitaria dell’animale.
Quando la leishmania entra nel circolo ematico del cane e raggiunge diverse strutture dell’organismo come linfonodi, derma, midollo osseo e reni, vengono fuori i molteplici aspetti esteriori che la malattia riversa sul cane, come lesioni cutanee di tipo infiammatorio nelle zone auricolari, dei gomiti e vicino al naso o a zone glabre; va comunque specificato che l’incubazione può avere un periodo di qualche mese, sino ad arrivare ad un anno.
Esistono due tipologie di forme cliniche di leishmaniosi, la forma viscerale e quella cutanea. La prima, che è la più frequente, e può manifestarsi anche dopo anni dall’ infestazione dell’animale, comprende solitamente sintomi come febbre, vomito, diarrea, tosse, epistassi, aumento della diuresi e paresi degli arti, la seconda invece è caratterizzata da ispessimento della pelle, iperproliferazione delle unghie e comparsa di ulcere a livello degli occhi, tutti aspetti che rendono l’animale molto invecchiato, malgrado possa essere un soggetto di giovane età.
La Sicilia rappresenta una regione endemica per la leishmaniosi e negli ultimi anni l’infezione si presenta in costante aumento, tanto da rappresentare, oggi, un preoccupante problema di sanità pubblica. Se prima la presenza del flebotomo era assodata principalmente sulle zone costiere, oggi si riscontrano numerosissimi casi anche nell’entroterra poiché probabilmente l’insetto ha trovato il modo di adattare la sua struttura alle variazioni climatiche e ambientali.
La percentuale data da alcuni studi sul contagio degli animali in Sicilia si rivela piuttosto allarmante dato che in media è del 30% con picchi sulle città di Ragusa e Catania del 38% ed il periodo peggiore per il contagio si manifesta in genere tra Giugno e Settembre. In Sicilia purtroppo, proprio per le condizioni climatiche favorevoli e miti, l’insetto può sopravvivere ed essere presente anche tutto l’anno. Appare chiaro quanto sia importante e indifferibile l’attuazione di serie ed immediate misure profilattico-sanitarie da parte delle Asp per la lotta all’agente infettante attraverso l’adozione di misure igieniche a carattere generale che rendano il territorio meno congeniale alla vita degli insetti-vettori della leishmaniosi.
A livello preventivo risulta utile monitorare il proprio cane sottoponendolo al test per le kinesine; risultato negativo a questo test il cane è esente dall’aver contratto la leishmaniosi. Inoltre per proteggerlo risultano importanti gli antiparassitari esterni ad azione repellente nei confronti del flebotomo, ed il vaccino per stimolare il sistema immunitario del cane; con questi accorgimenti l’animale risulterà più reattivo in caso di attacco da parte del parassita.