Il mese del Pride, istituito nel 1970, rappresenta un momento cruciale in cui la comunità LGBTQ+ di tutto il mondo si unisce per celebrare la diversità, l’accettazione e i diritti umani. Tuttavia, è importante ricordare che il cammino verso l’uguaglianza e l’inclusione non è ancora completo. Ancora oggi, molte persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ si scontrano con discriminazioni e ostacoli che minano la loro dignità e libertà.
La storia delle discriminazioni contro le persone gay è lunga e dolorosa. Per decenni, le leggi in molti paesi hanno punito l’omosessualità, trattando le persone gay come criminali ed esseri inferiori. L’omosessualità è stata considerata una malattia mentale e una devianza, soggetta a cure riparative e pregiudizi sociali diffusi. Persino nelle società in cui l’omosessualità non era considerata un crimine, molti individui gay hanno subito discriminazioni sul posto di lavoro, nelle scuole e in altre istituzioni.
Nel febbraio 2020 è nato uno sportello presso l’azienda ST microelettronics, di Agrate Brianza, dall’idea di Elisabetta Agricola. Lo sportello è un punto di riferimento per tutti, si occupa delle relazioni, delle mansioni e del lavoro è stato accolto in maniera molto positiva creando un percorso adottabile dalle persone coinvolte dalla tematica. Lo sportello è virtuale per poter tutelare la salute e la privacy dei dipendenti, la priorità dello sportello è di agire in totale riservatezza. In quasi tre anni sono stati accolti e supportati 230 casi. Lisa ci spiega le novità che ha introdotto in azienda:
In occasione del contratto aziendale abbiamo inserito delle voci a sostegno delle famiglie arcobaleno che sono: la parola alias, i cinque giorni di congedo di maternità o paternità per il genitore sociale, sei mesi di congedo pagati all’80% in attesa della possibilità di adozione del figlio e la fruibilità dei permessi parentali e permessi per malattia del bambino fino all’età di 14 anni. Il mio obiettivo è quello che questo sportello si possa riprodurre in tutti i punti ST d’Italia. Il mio sogno è che le situazioni di discriminazione e violenza non siano mai più vissuta da nessuno, soprattutto negli ambienti di lavoro.
Nonostante i progressi significativi compiuti nel corso degli anni, i diritti umani delle persone gay sono ancora violati in molti contesti. In alcuni paesi, l’omosessualità è ancora illegalizzata, punibile con la prigione o addirittura con la pena di morte. Anche nei paesi che hanno depenalizzato l’omosessualità, persistono discriminazioni strutturali. L’accesso all’istruzione, all’occupazione, all’assistenza sanitaria e all’alloggio può essere negato alle persone gay a causa del loro orientamento sessuale. Le discriminazioni contro le persone gay non si limitano alle leggi e alle politiche, sono spesso presenti nella vita quotidiana, sotto forma di pregiudizi, stereotipi e violenza verbale o fisica. I commenti offensivi, gli atti di bullismo e le aggressioni sono ancora una realtà per molti. Questo clima di intolleranza può causare gravi danni alla salute mentale e al benessere delle persone colpite.
Il mese del Pride ci ricorda che nonostante i progressi compiuti, non possiamo permetterci di diventare compiacenti. È essenziale che continuino gli sforzi per porre fine alle discriminazioni contro le persone gay e garantire loro pari diritti e opportunità. La sensibilizzazione e l’educazione sono strumenti fondamentali per abbattere gli stereotipi dannosi e promuovere l’accettazione.
Nel grande affresco della vita, i colori dell’amore e dell’accettazione si fondono, illuminando l’anima e insegnandoci che la diversità è la trama stessa dell’esistenza umana e senza di essa sarebbe tutto troppo pesante e noioso!