L’espressione “Soffitto di cristallo” o “tetto di vetro” viene utilizzata per indicare una serie di barriere invisibili, ma esistenti, che impediscono o complicano la crescita in ambito professionale delle donne.
Ad utilizzare tale metafora, per indicare un fenomeno diffuso soprattutto nei vertici manageriali di realtà lavorative che per decenni hanno visto predominare solo figure maschili, è stata la femminista francese George Sand; l’espressione è stata ufficialmente coniata nel 1978 da Marilyn Loden, una scrittrice e consulente americana che, in una tavola rotonda della Women’s Exposition di New York parlò di “glass ceiling”.
Il termine è ormai entrato nel linguaggio comune per indicare le barriere insormontabili, ma invisibili fatte di discriminazioni, pregiudizi e preconcetti che limitano il successo delle donne impedendo loro, seppur ad eguale capacità (se non maggiori), di raggiungere i medesimi livelli degli uomini.
Nonostante i tanti passi avanti fatti nel raggiungimento dell’uguaglianza di genere e di opportunità, il soffitto di cristallo continua ad essere una realtà concreta e persistente. Prova ne è l’imposizione delle “quote rosa” o “quote di genere”, politiche che prevedono la riservatezza di un certo numero di posti alle donne in posizioni di leadership in organizzazioni pubbliche o private. L’implementazione di questa riservatezza è stata promossa e divulgata come una risposta al problema della sotto-rappresentanza delle donne nelle posizioni di potere e quindi per favorirne l’ingresso e una maggiore parità di genere; in realtà può essere vista come la conferma della presenza del “soffitto di cristallo” sormontabile solo con un “aiuto” o supporto regolamentato da norme o decreti e senza il quale, probabilmente, quelle postazioni di governo o di leadership sarebbero occupate solo ed esclusivamente da uomini.
A supporto del fenomeno del “soffitto di cristallo” molti studi e ricerche che hanno fornito dati concreti. Ad esempio uno studio condotto dall’organizzazione no-profit Catalyst ha dimostrato come nonostante le donne rappresentino una percentuale significativa della forza lavoro sono sotto-rappresentate nelle posizioni di leadership. Tale conclusione è confermata dal Sole 24 ore in uno studio del 2019 in cui su 68.500 dipendenti di 329 aziende è evidenziata la sotto-rappresentanza delle donne nei ruoli di vertice. I ruoli ricoperti dalle donne, nei vertici aziendali, si riducono al 21% contro il 79% dei posti occupati dagli uomini.
Le cause a monte di questo fenomeno sono complesse e possono essere collegate al preconcetto inconscio attraverso il quale gli stereotipi di genere, che hanno impostato la nostra forma-mentis, hanno condizionato le scelte di assunzione e promozione delle posizioni di vertice in realtà pubbliche o private. A questa motivazione principale si aggiungono la mancanza di esempi e mentori all’interno delle organizzazioni e la responsabilità familiare che, per forma-mentis, grava particolarmente sulle donne.
Per concludere si può affermare che il soffitto di cristallo, indubbiamente, rappresenta una sfida significativa nell’ambito delle organizzazioni moderne che solamente un impegno continuo e costante di “riprogrammazione” culturale della forma-mentis e l’abbattimento dei preconcetti potrebbe contribuire ad eliminare.